Il troppo lavoro è ormai riconosciuto come possibile causa di malattia, in quanto in grado di attivare una condizione di stress estremamente dannosa per l’organismo.
Si parla in particolare di distress, ovvero uno stress prolungato, intenso e costante, che comporta un disagio e una sofferenza psico-fisica.
Il distress si distingue dall’eustress che, invece, consiste in un’attivazione fisiologica e positiva nell’organismo sottoposto a stimolo al fine di aumentare concentrazione e attenzione per conseguire un obiettivo.
Il distress sottopone il corpo e la mente di chi lo vive ad una tensione progressiva che porta ad un vero e proprio “collasso” fisico ed emotivo (“burnout”).
Intendiamo un lavoro fisico ma anche mentale che si protrae molte ore ogni giorno senza consentire un riposo adeguato.
Nella nostra società, molte persone “superlavorano” senza rendersene conto oppure ritenendo la cosa del tutto normale.
E’ ritenuto normale per esempio: uscire alle 7 di casa, spostarsi anche per un’ora prima di raggiungere il luogo di lavoro, lavorare tutto il giorno fermandosi appena per il pranzo (a volte consumato alla scrivania) per poi tornare a casa la sera dopo un’altra ora di viaggio.
Tutto questo può, inoltre, essere accompagnato dal peso di responsabilità a volte anche importanti che non si riescono a lasciare al lavoro e che “annodano” il Qi.
Al rientro a casa poi non si finisce… Si può trovare una famiglia accogliente oppure, più spesso, una casa da riordinare e una cena da organizzare in pochi minuti per sfamarsi (ma non sempre “nutrirsi”), generalmente senza poter guardare troppo alla qualità e ai principi nutritivi.
Stress e malattie
Quando una routine come quella descritta sopra si protrae a lungo, ripetuta ogni giorno per anni, si possono creare gravi squilibri nel nostro organismo.
Alcuni di questi squilibri derivano dalle scelte stesse che si fanno in questa routine.
Per esempio la scelta dei cibi spesso sbilanciata verso cibi troppo freddi (cibi crudi, bibite fredde…), insufficienti, troppo grassi (latticini, fritti…) o, comunque, cibi da cui Milza fatica troppo ad estrarre sostanze (pizza, panini…).
Al di là della natura dei cibi, c’è poi l’abitudine alimentare, ovvero in che modo si consuma il pasto.
Nel superlavoro si privilegia il mangiare velocemente, a volte in piedi o mentre si cammina o mentre si lavora. Sono frequenti i pranzi d’affari (lesivi per il Qi di Milza già impegnato nella trasformazione delle essenze), i pasti fuori orario (tra cui in particolare la cena molto tardi la sera).
La visione della MTC
In chiave cinese, lo stress causa abitualmente deficit di Yin. In particolare un deficit di Yin di Rene, a cui si aggiunge, molto rapidamente, il deficit Yin di Fegato in considerazione della stretta connessione tra gli Zang Rene e Fegato.
Questo può condurre a manifestazioni di disagio anche importanti come disturbi del sonno, irrequietezza mentale, vertigini, acufeni, sete intensa soprattutto serale, occhi secchi, intorpidimento degli arti, sudorazione notturna…
Il disordine alimentare favorisce poi uno squilibrio al livello dello stomaco, danneggiando anche il suo Yin.
Questo quadro compromette pesantemente la condizione energetica generale del soggetto e crea delle premesse molto difficili per il benessere.
L’obiettivo della medicina cinese è nel riequilibrare l’energia messa a dura prova dal superlavoro grazie a tecniche di stimolazione riflessa con agopuntura e tuina ma anche grazie a ginnastica energetica – qi gong, alimentazione energetica e fitoterapia.
Tutto ciò accompagnato da un lavoro di sensibilizzazione atto a rendere l’individuo consapevole del suo vissuto, dei limiti e delle esigenze di cambiamento in vista di un reale e stabile benessere.