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Caffè…quando e quanto?

È innegabile che il caffè abbia un effetto di stimolo su tutto l’organismo, a partire dalle funzioni intellettive.

L’uomo ha da sempre consumato caffè, tè e cacao proprio per le loro proprietà positive e continuerà a farlo per molto altro tempo.

Per sfruttare appieno i benefici di questa bevanda senza incorrere in rischi e fastidi è importante però prestare qualche attenzione.

Prima di tutto il caffè deve essere bevuto amaro, senza zucchero né dolcificanti che darebbero all’organismo un segnale negativo sul piano metabolico. Lo zucchero sciolto in una tazzina di caffè viene assorbito ed entra in circolo nel giro di pochi minuti con un inevitabile stimolo all’ingrassamento.

Il momento migliore per concedersi una tazzina di caffè è alla fine di un pasto, così da evitare i fastidiosi effetti sulla mucosa gastrica.

La presenza di cibo nello stomaco, inoltre, rallenta l’assorbimento della caffeina protraendo l’effetto positivo di questa molecola nelle ore successive al pasto e riducendone gli effetti collaterali.

Ma la domanda più importante è: quanti caffè bere ogni giorno?

Un’analisi pubblicata nel 2014 dimostra che il consumo moderato di caffè è inversamente associato alla mortalità sia per patologie cardiovascolari.

Il rischio si riduce progressivamente fino a 3-4 tazzine di caffè al giorno, per poi aumentare nuovamente con l’aumento del numero di caffè nella giornata.

Oltre che dall’abitudine a bere caffè, il metabolismo della caffeina dipende in parte anche da caratteristiche genetiche. Ci sono persone che metabolizzano più velocemente la caffeina e altre che invece impiegano più tempo a eliminarla e che quindi sono più sensibili a questa molecola risentendo più facilmente di effetti negativi come l’insonnia, la tachicardia e l’agitazione.

Proprio per questo, ogni persona deve imparare a conoscersi e capire come utilizzare per il proprio benessere una buona tazzina di caffè (senza zucchero).

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