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Paziente consapevole

Nella medicina allopatica, quella occidentale per intenderci, il medico considera spesso solo la patologia. Questo porta diversi medici ad avere opinioni diverse per una stessa problematica, ma il paziente rimane spesso confuso e indeciso.

Tutto ciò associato alla comprensione non totale di ciò che dice il medico, vede il paziente incerto e insoddisfatto.

In medicina tradizionale cinese, invece, l’idea di avere il paziente al centro non è solo uno spot pubblicitario, ma l’unica visione possibile per aiutare.

Questo approccio capovolge il paradigma della cura e non sempre i pazienti sono disposti a mettersi al centro della propria salute o del processo di  cura e guarigione. Essere al centro implica essere consapevoli di cosa si vuole e comunicarlo in modo comprensibile all’interlocutore.

Non solo essere informati correttamente e avere compreso il significato delle informazioni ricevute.
Significa essere responsabili della propria salute.

E questo è un impegno che, in realtà, non tutti sono disposti a sostenere. La consapevolezza quindi è il primo passo verso la realizzazione di un paziente al centro, responsabile della propria salute e dei processi di cura.

È altresì importante che anche la persona-professionista sanitario sia consapevole. Questo perché solo in questo modo il colloquio e la relazione con la persona-paziente saranno in grado di produrre un processo terapeutico e di cura.

Vivere consapevolmente vuol dire cercare di essere consci di tutto quello che riguarda le nostre azioni, i nostri bisogni, i nostri obiettivi e i nostri valori in tutte le aree della nostra vita (lavoro, relazioni, salute, famiglia, finanze, spiritualità). Significa anche farlo al meglio delle nostre capacità, grandi o piccoli che siano, e comportarci d’accordo con quello che vediamo e sappiamo. Significa rispettare gli eventi reali senza cercare di eluderli o di negarli, essere concentrati su ciò che stiamo facendo mentre lo facciamo, individuare i nostri confini, il nostro scopo ed essere coscienti del nostro mondo interiore.


Come usare la consapevolezza

Quando il paziente e il professionista si trovano a ragionare sui propri bisogni, lo sforzo da fare è quello di andare più in profondità rispetto alla situazione contingente di salute o malattia. In sostanza, è importante ampliare la riflessione e il contesto temporale, ragionando più sul lungo periodo.

Il paziente al centro della cura deve acquisire più consapevolezza rispetto al disagio che sta vivendo e al sintomo che si sta manifestando. Il professionista deve imparare a essere un facilitatore di questa consapevolezza, guidando il paziente in un percorso di conoscenza di sé e delle proprie esigenze. L’obiettivo è condurre il paziente ad effettuare le giuste scelte (anche in ambito terapeutico). Potrà così garantirsi un decorso della malattia e in generale un percorso di guarigione più efficace.

Diventare consapevoli di chi siamo, dei nostri bisogni, dei nostri confini, di quanto è accaduto nella nostra vita, di come siamo cambiati, di quale futuro ci sta davanti è un passo fondamentale. Chi è consapevole non subisce e non reagisce a ciò che accade. Invece agisce, affronta, rielabora, è sveglio, presente e tiene ben saldo il timone della propria esistenza, salute compresa.

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