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Ginnastica posturale

Terapia gestuale

Come professionista di medicina tradizionale cinese, spesso mi confronto con chi lamenta difficoltà di carattere relazionale e blocchi di tipo emozionale, anche non accorgendosene, persone prevalentemente caratterizzate da paura, rabbia e tristezza.

Parlare con queste persone non è sempre facile. La tendenza è quella di cercare in tutte le maniere di rimanere arroccate all’interno di un circolo vizioso che oscilla fra il senso di impotenza e la rassegnazione a vivere una vita insoddisfacente.

Se l’ascolto attivo, da una parte consente l’apertura, dall’altra spesso accade che le emozioni congelate rimangano inespresse, annidate all’interno delle corazze corporee, creando così “blocchi” più visibili.

limitazione all’articolazione della spalla, rigidità al collo, difficoltá a respirare in posizione prona e a camminare.

Le esperienze della vita, i traumi, le delusioni e le ferite, se non adeguatamente elaborate rischiano in qualche modo di inibire la capacità espressiva attraverso una gestualità rigida,non fluida, scarica, accompagnata da una postura che spesso tradisce la fatica di sopportare il peso delle preoccupazioni e delle ansie quotidiane.

Un approccio non convenzionale


Partire dal gesto e dalla sua trasformazione in atto intenzionale autentico, diventa la possibilità per cambiare l’approccio verso il mondo esterno, trasformando progressivamente le emozioni negative che non alimentano e non supportano il movimento in qualcosa di diverso, in un sentire che consenta l’espressione della gioia e dell’apertura alla realtà esterna.

I gesti che propongono sono semplici.

Dallo stare in piedi e concentrarsi sul respiro e sulle tensioni avvertite nel corpo, negli arti. Provare a sentire se ci sono parti più scariche ed altre maggiormente attive.

Crearsi uno spazio con le braccia, che rappresentano gli strumenti con cui le persone entrano in contatto con la realtà. Molte persone le percepiscono come scariche, infatti, non sanno spingere e tirare. Non sanno cioè allontanare da sé ciò che non desiderano e  prendere ciò che vogliono.


Ci sono molte altre posizioni con cui iniziare a entrare in contatto tramite il proprio corpo con le proprie emozioni e comprendere in pieno le correlazioni tra loro.

Credo che gli esercizi di Tai Chi Chuan, gli stili come il Pa Kua o le pratiche di Qigong possano essere integrati all’interno di percorsi di autoconsapevolezza, soprattutto se depurati dagli aspetti stilistici e declinati in maniera da centrare l’attenzione sui vissuti soggettivi in relazione al gesto, andando oltre quindi l’apprendimento tecnico ed il condizionamento corporeo.

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